Fabiana & Andrea
16 ottobre 2010
Sono passati 5154 giorni dal nostro matrimonio

Viaggio: Mercoled' 27/10

Tanto freddo, tanta pioggia e tanto vento. Ecco il terribile scenario che ci si presenta alle 6:45 (alle 6 e 45!!!!!!), quando usciamo dal ryokan per andare alla stazione, destinazione Hiroshima. Fortunatamente la stazione è molto vicina, e non ci bagnamo quasi per niente. Inoltre 2 ore e 20 di treno superveloce (più di 300 KM) fanno sì che al nostro arrivo la situazione metereologica sia completamente cambiata. E cambierà ancora in quanto una ulteriore metro e un traghetto ci porteranno a Miajima, l'isola sacra dove nessuno può nascere e nessuno può morire. Infatti nell'ospedale di questa città non è possibile partorire e non ci sono cimiteri... Al termine della traversata di una decina di minuti in traghetto, ci dà il benvenuto il più famoso Torij del mondo, quello immerso nell'acqua, che a causa della marea è impossibile vedere completamente emerso. Oltre ovviamente ad un milione di templi, tra cui spicca quello più grande del Giappone costruito su palafitte. Sono due le caratteristiche principali dell'isola: i cervi/daini (ai maschi segano le corna, quindi è difficile - almeno per noi - capire preisamente che specie siano), che vivono in libertà assieme ai turisti, e se ne vanno in giro mendicando del cibo, e i biscotti ripieni a forma di foglia di acero, venduti in 12.000 gusti diversi e proposti da ogni negozio preconfezionati o fatti sul momento. Potete trovare scatole di questi biscotti in negozi che vendono souvenir, ristoranti, articoli per fumatori, sexy shop, ferramenta, mancinori, alimentari, fiorai, aste fallimentari e chi più ne ha più ne metta.

Dopo aver girato per oltre 3 ore in lungo e largo l'isola, tranne il parco nazionale sulla montagna, perchè a piedi non je la facevo nemmeno io, e Faby era terrorizzata dalla funivia, ci dirigiamo verso il porto per tornare indietro. Lungo la strada ci fermiamo in vari "inferni del compratore" ovvero negozietti che vendono di tutto, dagli immancabili gatti della fortuna, a riproduzioni a grandezza naturale di Budda, o del Torij in questione. Dopo il traghetto, risaliti sulla metro, decidiamo di fare tappa a Hiroshima, ma solo per cercare qualche altro gadget e per pranzare a base di Hiroshimaiaki, ovvero un okonomiaki in cui vengono inseriti a forza degli udon, rendendolo un piatto veramente catastrofico. E infatti la sera non ceneremo, tanto è stato l'abbottamento di pranzo (consumato verso le 15:00).
Verso le 7 siamo a casa e ci riprenotiamo la sala da bagno, dove ci spiaggiamo per un'oretta. Lessi come non mai in vita nostra, ci spostiamo in camera dove sveniamo pronti all'ennesima levataccia che ci attende anche domani.


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